LA GRAFOMANA

Sceneggiatura e Coreografia | Rosa Mundi 

La graphomane

ἰδὲ γὰρ ἀνθρώπους οἷον ἐν καταγείῳ οἰκήσει σπηλαιώδει, ἀναπεπταμένην πρὸς τὸ φῶς τὴν εἴσοδον ἐχούσῃ μακρὰν παρὰ πᾶν τὸ σπήλαιον, ἐν ταύτῃ ἐκ παίδων ὄντας ἐν δεσμοῖς καὶ τὰ σκέλη καὶ τοὺς αὐχένας, ὥστε μένειν τε αὐτοὺς εἴς τε τὸ πρόσθεν μόνον ὁρᾶν, κύκλῳ δὲ τὰς κεφαλὰς ὑπὸ τοῦ δεσμοῦ ἀδυνάτους περιάγειν, φῶς δὲ αὐτοῖς πυρὸς ἄνωθεν καὶ πόρρωθεν καόμενον ὄπισθεν αὐτῶν, μεταξὺ δὲ τοῦ πυρὸς καὶ τῶν δεσμωτῶν ἐπάνω ὁδόν, παρ᾽ ἣν ἰδὲ τειχίον παρῳκοδομημένον, ὥσπερ τοῖς θαυματοποιοῖς πρὸ τῶν ἀνθρώπων πρόκειται τὰ παραφράγματα, ὑπὲρ ὧν τὰ θαύματα δεικνύασιν (La Repubblica di Platone VII 514 a – b)

Biennale del Sale | Pietralia Soprana – Sicily 2017

La performance narra di quattro prigionieri ( Mario Bajardi, Barbara Cammarata, Rosa Mundi, Stella Wirz)  legati uno ad uno, in modo da non potersi voltare, seduti a terra in fondo ad una caverna. Fuori dalla Caverna c’è il mondo che si muove e vocifera. Musica composta da Mario Bajardi in sottofondo. L’eco ed il rimbombo del mondo entra nella caverna modificandone l’umana percezione.  Dietro di loro, a ridosso del muro della caverna, vi è un fuoco intenso una proiezione reale ed immaginaria dei prigionieri generata dalle loro ombre unite al mondo reale. Uno dei prigionieri scrive incessantemente delle lettere su un taccuino e via via le accartoccia e butta per terra.  I testi delle lettere sono in francese e sono tratti dal romanzo della psicoterapeuta belga Sophie Buyse, Edito nel 1995 da L’Ether Vague Patrice Thierry.

La nota psicoterapeuta ha scritto le numerose lettere che compongono il suo romanzo in occasione di uno stage scientifico che ha condotto nel 1990 tra le mura dello storico Istituto psichiatrico dell’isola di San Clemente a Venezia, oggi trasformato in albergo di lusso.

I quattro prigionieri incarnano i generi dell’essere riconducibili all’opera di Platone, in binomio, ossia al sensibile ed all’intellegibile. Le ombre sono il riflesso della nostra immaginazione, le nostre paure, i nostri incubi e timori.L’istallazione di Rosa Mundi rappresenta la vita ed il suo divenire in ciclica rituale infinita reale nascita e morte e viceversa.Il muro e le proiezioni su di esso rappresentano la frontiera tra l’irreale immaginario nutrito dalla mente umana, la barriera e la prigione della nostra anima.Le lettere, la corrispondenza epistolare unilaterale simboleggiano il passaggio e la metamorfosi delle idee immateriali in parole materiche scritte. Il sale ed il fuoco rappresentano il passaggio, l’atto liberatorio che permette al prigioniero, liberato ed uscito dal gruppo, di passare dalla conoscenza sensibile a quella intelligibile. Il rito del sale e del fuoco sanciscono l’atto liberatorio del nostro pensiero che si libera delle paure e delle negatività e guarda alla verità senza alcun timore. Superando il timore del bagliore della luce ed il suo accecare lo sguardo dell’uomo imprigionato e abituato a vivere esclusivamente nel suo immaginario, uno dei prigionieri sconfigge la sua paura, si libera della catene, si alza, prende le lettere accartocciate per terra della Graphomane e le butta sul fuoco con il sale. Il prigioniero liberato, si avvicina alla proiezione del fuoco e prende il sale imbrunito dalle fiamme con la carta bruciacchiata  e lo getta sull’istallazione di Rosa Mundi che si illumina, rivelando la forza della vera conoscenza, il bene e la bellezza delle idee libere da quella mediane della pura immaginazione, basata essenzialmente sui sensi e non sulla conoscenza.La musica di Mario Bajardi composta con Rosa Mundi per la performance “La Graphomane” è un susseguirsi di suoni del pensiero immaginario dei prigionieri, lo strisciare della penna sulla carta da lettere, le fiamme del fuoco riflesso, il rumore del sale sul bracere, il suono sciamano della vera conoscenza interpretato dalla Iris Pattyn , alcune parole tratte dalla Repubblica di Platone e dal romanzo psicologico di Sophie Buyse La Graphomane.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *